Kamikaze girl:svampito ma non sterile questo titolo nipponico è impossibile, come da copione, da inquadrare in un genere preciso. Il filone a cui può essere assimilato è quello della sterminata cultura dei manga, nel particolare si possono individuare connessioni con la celebre serie Tank Girl. Mimiko è una stralunata ragazza che vive secondo gli ideali del rococò, ha un innato talento per il ricamo e spende tutti i soldi scuciti al padre, commerciante di marche tarocche, in costosissimi vestiti di pizzo ricamati. Conclusasi l’attività del padre, deciderà di vendere di nascosto su internet tutti i fondi di magazzino per poter svaligiare la propria boutique di abiti vittoriani di fiducia. Conoscerà così una biker mascolina di nome Ichigo, interessata all’acquisto di imitazioni Versace: le due diventeranno protagoniste di un’involontaria e tormentata amicizia. Caricatura dai colori accesi di una nazione, l’opera propone una comicità di straordinaria follia ed appare a tutti gli effetti come il più classico dei manga in versione “vivente”, grazie anche a vere e proprie trovate cartoonistiche. Immerso in una fotografia shocking, accesa e plastificata, il titolo orienta interamente all’intrattenimento un ritratto iperbolico di manie e follie di massa, rendendo l’aspetto satirico assolutamente funzionale alla condotta fresca e schizzata. In una corsa sfrenata su binari inventati al momento, si va a braccio tra assurdità e paradosso: divertimento assicurato.
Kikboxer - il nuovo guerriero è un film d'azione sulle arti marziali del 1989 di Mark DiSalle e David Worth, interpretato da Jean-Claude Van Damme.
Eric Sloane (Dennis Alexio), campione del mondo di kickboxing della I.S.K.A., avendo sconfitto ogni avversario, decide di recarsi in Tailandia per affrontare il campione locale di Muay Thai, Tong-Po (Michel Qissi). Eric, un po' per scarsa conoscenza dello stile e un po' per arroganza, sottovaluta la potenza dell'avversario e viene facilmente messo al tappeto dal tailandese, al secondo round. Dall'angolo, suo fratello minore Kurt getta la spugna però, mentre Eric cerca di rialzarsi, Tong-Po lo colpisce con una violenta gomitata alla spina dorsale, causandogli una lesione permanente che lo costringerà alla sedia a rotelle.Kurt Sloane (Jean-Claude Van Damme), karateka inesperto nel campo del Muay Thai, cerca un maestro per poter diventare abbastanza abile da vendicare il fratello; la stessa persona che aveva portato lui ed Eric all'ospedale, un Americano che vive a Bangkok trafficando armi, gli farà conoscere un anziano eremita che vive in una casa isolata in una foresta, Xian Chow. La "Città Morta" e lo spirito di antichi guerrieri accompagnano i suoi allenamenti fino al giorno in cui l'emissario del campione tailandese porta una pergamena, contenente la sfida ufficiale per un combattimento nell'antico modo in una arena sotterranea.La reputazione dell'anziano maestro spinge gli uomini del campione locale a rapire Eric come garanzia sulla vittoria del loro guerriero.
Kiss of the Dragon è un film del 2001, diretto da Chris Nahon. Il protagonista è interpretato da una delle più grandi star asiatiche, Jet Li (Li Lianjie).
Il film è prodotto, e scritto, da Luc Besson, il più americano dei registi francesi. Gli appassionati di cinema sospetteranno, a ragione, una reminiscenza cinese che si chiama Takeshi Kitano, nello specifico il film Brother, che narrava una vicenda molto simile a questa. Là si trattava di Giappone, qui di Cina, intesa come patria di Liu Jiuan, agente segreto che arriva a Parigi per eliminare un boss locale. Ma si sa, la ville lumière è tentacolare e seducente. Oltre alle normali difficoltà di lavoro ci si mette anche Jessica, una prostituta americana. Ordinaria amministrazione.
L'acqua e il fuoco:In una casa alla periferia di Torino abita Stefania, una bella donna piena di vitalità. Vive sola da quando il marito l'ha abbandonata per un'altra, e anche i figli si sono allontanati.A Parigi, Bernard, un clochard, si sta scaldando con il fuoco acceso sotto un ponte della Senna. Improvvisamente, a pochi passi da lui, una donna si getta nel fiume. Un attimo di esitazione, poi Bernard si tuffa in acqua e la salva, si chiama Elena. Davanti alla roulotte del piccolo circo Etoile Stella cerca di mettere David, il suo compagno, completamente ubriaco, in condizione di presentarsi al pubblico nelle vesti prima di clown poi di Diabolique il mangiafuoco.
L'incredibile Hulk è un film del 2008, diretto da Louis Leterrier. È il secondo capitolo della saga cinematografica di Hulk, basato sul fumetto della Marvel Comics creato da Stan Lee e Jack Kirby. Il film si presenta con un cast totalmente rinnovato rispetto al primo film ed è metà strada tra l'essere un seguito del primo film e un riavvio della saga cinematografica.
Il film è uscito negli Stati Uniti d'America per il 13 giugno 2008, mentre nelle sale italiane il 18 giugno 2008.
Il film si apre con dei titoli di testa che rievocano i flash back dell'incidente di Bruce Banner: durante un esperimento qualcosa è andato storto e lo scienziato si è tramutato in qualcosa che ha ferito sia la sua amata Betty che il padre di lei, il generale Ross. Nonostante sia dispiaciuto di questo, Banner è costretto alla fuga. Il generale Ross inizia a fare delle ricerche e tentar di catturarlo, inutilmente, mentre Hulk continua a seminare terrore e "cadaveri" sulla sua strada. In seguito scappa in Sud America e decide di nascondersi in Brasile, in una delle più note favelas della megalopoli Rio de Janeiro, una volta li Banner vive nell'ombra, in compagnia di un cane, tentando di controllare le sue emozioni e la sua rabbia nonché il suo battito cardiaco,seguendo anche dei corsi di yoga...
L'inventore di favole è un film di Billy Ray del 2003.
La vera storia di Stephen Glass, editorialista per il The New Republic e giornalista free lance per diverse riviste quali Rolling Stone, Harper's a Gorge. Nella metà degli anni '90 Glass divenne rapidamente uno dei più promettenti e conosciuti giovani giornalisti di Washington ma una serie di eventi lo portò ad una altrettanto rapide caduta: Buzz Bissinger scrisse sul numero di settembre 1998 di Vanity Fair che quanto scritto da Glass era molto lontano dalla correttezza professionale e dalla verità... L’America costruisce molti miti ed altrettanto facilmente li distrugge. Epifanica di questo processo è la storia di Stephen Glass, giornalista di grande successo agli inizi degli anni 90’, caduto giustamente in disgrazia alla scoperta che buona parte dei suoi “scoop” erano inventati di sana pianta. Ne L’inventore di favole (per una volta i titolisti italiani si salvano in corner, anche se l’originale Shattered Glass resta preferibile, visto l’amabile gioco di parole con il cognome del protagonista) parla non sono della ascesa e della caduta di uomo, ma anche e soprattutto della libertà di stampa e dell’etica nel giornalismo, valore essenziale, ma spesso dimenticato, in un mondo dominato dalla comunicazione. Semplicemente perfetto il giovane cast nel quale spiccano la brillante performance di Hayden “Anakin” Christensen e soprattutto quella del promettente Peter Sarsgaard. Chiaramente non siamo ai livelli di Quinto Potere, Prima Pagina o Dentro la notizia, giusto per citare i film “giornalistici” più famosi, ma il clima redazionale tipico delle riviste di successo, l’untuosità di certi ambienti, la boria tipica dello scribacchino famoso ed il fatto che l’etica professionale venga spesso messa da parte per favorire la propria carriera, sono elementi descritti molto bene e tristemente attuali. E non solo in America.
L'ottavo giorno:un uomo d'affari che al lavoro e al successo ha sacrificato gli affetti e sé stesso, Harry (D. Auteuil) conosce il mongoloide Georges (P. Duquenne), uomo libero cui nulla può impedire di essere buono e generoso. Harry fa quel che deve fare, Georges quello che vuole. È il secondo, l'emarginato, che aiuta il primo, l'integrato, a cambiare e a liberarsi. Mentre Toto le héros (1991), il precedente e premiatissimo film del belga Dormael, era sostenuto da “Boum”, celebre canzone di C. Trenet, qui si propone un cavallo di battaglia di Luis Mariano (1914-70), idolo francese degli anni '50, con un motivo che fu popolare anche in Italia: “Tu sei per me la più bella del mondo”. La mamma, s'intende. È la spia dell'ideologia di questo film a programma, del suo immedicabile sentimentalismo. Le invenzioni oniriche o fantastiche sembrano uscite da un film sbagliato di Lelouch. Al Festival di Cannes 1996 il premio del migliore attore fu diviso tra Auteuil e Duquenne. Soltanto il secondo lo merita. Ha ragione Auteuil a dire che è il Marlon Brando degli attori “down”.
L'Ultima Legione, edito in Italia nel 2002, è uno dei romanzi più famosi dello scrittore modenese Valerio Massimo Manfredi, venduto in oltre 6 milioni di copie nel mondo.Ambientata nell'anno 476, la vicenda si snoda attraverso gli avvenimenti che porteranno alla definitiva caduta dell'Impero Romano d'Occidente, mescolando realtà e finzione, personaggi storici e di fantasia, in un continuo susseguirsi di colpi di scena, fino all'ultima splendida, spiazzante rivelazione.Roma è al collasso: Odoacre, generale dei Goti, prende il potere dopo aver invaso la città e confina il giovanissimo Romolo Augusto, ultimo erede della dinastia dei Cesari al confino a Capri assieme al suo misterioso precettore, Ambrosino. Uno sparuto gruppo di fedelissimi, guidato dal coraggioso Aurelio, parte per una pericolosa missione di salvataggio: è l'inizio di una grande avventura...
L'ultimo uomo della Terra è un film di fantascienza/horror del 1964 diretto da Sidney Salkow e Ubaldo Ragona.
La sceneggiatura è tratta dal romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda (I am legend) del 1954 (pubblicato in Italia nel 1957 con il titolo I vampiri).
Il dott. Robert Morgan (Vincent Price) è l'ultimo sopravvissuto di una tremenda epidemia che ha sterminato l'intera umanità. Per qualche strano motivo egli è immune al virus. La sua solitudine è però legata al periodo diurno della giornata. Dopo il tramonto infatti, le vittime della malattia escono dalle loro tombe e vanno a caccia di sangue, minacciando la vita e la sanità mentale dell'ultimo uomo sulla terra. Di giorno, il dott. Morgan, divide la sue attività tra il lavoro in laboratorio per scoprire un vaccino efficiente e il rogo dei cadaveri, unico modo per fermare i non-morti. Quando Morgan trova una spaventata Ruth Collins (Franca Bettoia), vittima della malattia, egli la cura trasformandola nell'ultima speranza per il futuro del pianeta. Infatti il film si chiude con l'assassinio in una chiesa di Robert Morgan.
L'uomo che visse nel futuro è un film di fantascienza del 1960 diretto dal regista George Pál.
Il film è tratto dal famoso romanzo di H. G. Wells La macchina del tempo del lontano 1895. Anche se parte della trama è stata modificata e addolcita alle esigenze della società statunitense del 1960, il film viene comunque considerato una tappa fondamentale del genere fantascientifico.
Capodanno 1899. Scienziato britannico s'imbarca da solo nella macchina del tempo che ha inventato per un favoloso viaggio avveniristico: 1917, 1940, 1966 e, con un balzo, nell'802 701 dove esistono gli Eloi apatici e i Morlocks cannibali aggressivi e mutanti. Che paura. Vivace e divertente riduzione del famoso romanzo (1895) di H.G. Wells La macchina del tempo. Suggestiva ricostruzione dell'ultimo Ottocento e dei periodi successivi. Funziona meno, nonostante i trucchi efficaci (premiati con 1 Oscar), quando inventa il futuro. La sceneggiatura di David Duncan sfuma molto le implicazioni socio-politiche di Wells. Rifatto per la TV nel 1978.
La città incantata (千 と千尋の神隠し Sen To Chihiro No Kamikakushi?) è un film d'animazione scritto e diretto da Hayao Miyazaki, prodotto dallo Studio Ghibli e distribuito dalla Buena Vista (proprietà della Disney).
La città incantata, Orso d’Oro a Berlino nonché Oscar come miglior film d’animazione, è la storia di formazione di Chihiro, bambina viziata e capricciosa che, per uno strano scherzo del destino, si troverà catapultata in una realtà insidiosa e onirica e dovrà coraggiosamente affrontare mostri e spettri, fino a raggiungere la fiducia in se stessa. Film d’animazione del maestro giapponese del genere, Hayao Miyazaki, la pellicola proietta lo spettatore in una prospettiva infantile, costringendolo a provare quella paura che ha costellato l’infanzia di tutti. Con trepidazione, seguiamo le avventure della piccola Chihiro che, staccatasi dai genitori, impara a conoscere le proprie forze e immancabili debolezze in un mondo di rara bellezza ma anche di straordinaria pericolosità.
Sin da subito incontrerà un alleato altrettanto giovane, il solo apparentemente ambiguo Haku, che sarà la sua guida spirituale nel nuovo mondo di cui ha varcato le soglie. Il male è rappresentato da Yubaba, signora malvagia della città che trova però nella sorella gemella, Zeriba, un adeguato completamento. Non manca il tema dell’ecologia, con lo spirito del fiume, o del Dio Denaro, a cui appariamo ormai esserci asserviti tutti. Infiniti gli spunti di riflessione, benché sia necessario anche abbandonarsi alla bellezza delle immagini e alla fantasia delle continue invenzioni per godere appieno dello spettacolo che ci viene così generosamente offerto.
Lo straordinario commento musicale di Joe Hisaishi ci accompagna mano nella mano in un lungo sogno che divertirà ed emozionerà i bambini ma non mancherà di commuovere gli adulti. Ottima la qualità dei disegni, a tratti così simili alla realtà e in altri momenti così evocativi e fantastici: il viaggio in treno della piccola Chihiro, forse, il momento di climax estetico. L’acqua, simbolo dell’utero materno ma anche dell’eros, che tutto ricopre. Il volo dei giovani amanti su tutte le cose. Consigliato a chi vorrebbe la fantasia al potere!
La famiglia Addams 2 è un film del 1993 diretto dal regista Barry Sonnenfeld, seguito de La famiglia Addams.
Nove mesi dopo gli avvenimenti accaduti in occasione del ritorno di Fester al castello degli Addams, a Gomez e a Morticia nasce un terzo figlio, Pubert. Gli Addams necessitano di una balia, poiché Mercoledì e Pugsley sono pazzi di gelosia, e Morticia è una mamma troppo affaccendata.
Viene assunta quindi Debbie, una bellissima ragazza dall'aspetto innocente e incantevole, ma che in realtà è una pericolosissima e assai feroce serial killer che sposa uomini ricchi che poi uccide alla prima notte di nozze, sottraendo loro l'intero patrimonio terreno. Fester se ne innamora perdutamente, e Debbie lo tenta con la sua bellezza, indirizzandolo abilmente nella propria tela...
La leggenda di Al, John e Jack è un film del 2002, diretto da Massimo Venier insieme agli attori Aldo, Giovanni & Giacomo.
New York 1959. I tre gangster Al, John e Jack hanno il compito di uccidere Frankie per conto del boss. Sbagliano bersaglio e il boss da a loro un'altra possibilità: tenere d'occhio una persona a lui cara. Ma la fortuna non è dalla loro parte....
La mia vita a Garden State è il primo film diretto da Zach Braff, che ne è anche lo sceneggiatore ed il protagonista.
La pellicola vede tra i suoi interpreti anche Natalie Portman, Peter Sarsgaard e Ian Holm. Proprio per avere un cast di questo livello, l'esordiente regista ha impiegato gran parte del modesto budget della pellicola (circa 2.500.000$).
Alcuni film, anche quando passano in silenzio nelle sale, o escono senza troppi clamori, stranamente finiscono per diventare dei piccoli cult (ad esempio Donnie Darko).
Garden State può idealmente rientrare tra i film generazionali, quelli dei quasi trentenni che non sanno ancora quale sia la propria strada.
Andrew Largeman (Zach Braff) torna dopo nove anni nella sua cittadina natia del New Jersey, "Garden State" d'America, per i funerali della madre. Fino a quel momento aveva vissuto imbottito di psicofarmaci prescritti dal padre psichiatra. Il tuffo nel passato, reincontrare i vecchi amici, respirare l'aria di campagna, vivere l'amore, gli apre gli occhi. Una nuova vita è davanti a lui.
Ideato, diretto e interpretato dall'attore protagonista della serie Tv Scrubs, Garden State commuove e diverte, ed è supportato da attori bravi e non troppo noti (Natalie Portman a parte). La sua forza è nelle situazioni che si vengono a creare fra i protagonisti, con le loro follie personali, le loro abitudini e le loro manie. Situazioni che costruiscono una piacevole storia di emozioni, lacrime e sorrisi.
La morte ti fa bella è un film del 1992 di Robert Zemeckis, interpretato dai due premio Oscar Meryl Streep e Goldie Hawn, Bruce Willis e Isabella Rossellini.
Il film è una commedia dall'umorismo nero ed è soprattutto ricordato per gli strepitosi effetti speciali.
ituata in un arco di tempo che, in due tappe di 7 anni, va dal 1978 al 1992, proiettandosi infine nel 2029, è la storia di due amiche-rivali di Beverly Hills. Una scrittrice (G. Hawn) e un'attrice (M. Streep), ossessionate dalla paura di invecchiare, comprano da una fattucchiera (I. Rossellini) un elisir di lunga vita che le rende praticamente immortali. Macabra commedia satirica – scritta da Martin Donovan e David Koepp – così compiaciuta del proprio Kitsch funereo che si dimentica di essere divertente. Nonostante il brio delle interpreti, i personaggi rimangono bidimensionali come figure di un cartoon. Per tenere in piedi la baracca mirabolanti effetti speciali dell'Industrial Light & Magic di Lucas, sfarzo di scenografie e una temporalesca colonna sonora.
La vie en rose(secondo tempo) è una canzone francese conosciuta in tutto il mondo, scritta, interpretata e portata al successo da Édith Piaf.
Pochissime canzoni nella storia della musica leggera possono vantare una fama comparabile e tante differenti versioni discografiche: sarebbe arduo compilare un elenco esaustivo degli artisti che ne hanno inciso una loro interpretazione, ma si possono ricordare almeno Louis Armstrong; Petula Clark; Dalida; Marlene Dietrich; Céline Dion; i tenori José Carreras, Placido Domingo e Luciano Pavarotti, sotto la direzione del direttore d'orchestra Zubin Mehta; Ella Fitzgerald; Grace Jones; Cyndi Lauper; Mireille Mathieu; Yves Montand; Dean Martin; Amalia Rodrigues; Donna Summer; Milva, Bobby Solo (che la incise con un testo in italiano nel suo album omonimo). Alla canzone venne conferito il Grammy Hall of Fame Award nel 1998.
La Piaf stessa ne scrisse il testo nel 1945, con il titolo Les choses en rose, e chiese a Robert Chauvigny, suo direttore d'orchestra e arrangiatore, di musicarlo; questi però si rifiutò, ritenendolo indegno della sua firma. Fu dunque il pianista Louiguy (Louis Gugliemi) a dare una musica a quei versi che, con un nuovo titolo, divennero un successo mondiale e la canzone dell'amore romantico per eccellenza.
La principessa Mononoke (も ののけ姫 Mononoke Hime?) è un film d'animazione giapponese di Hayao Miyazaki realizzato dallo Studio Ghibli che è stato proiettato per la prima volta in Giappone il 12 luglio del 1997.
Ashitaka, un principe Emishi, per salvare il suo villaggio dal dio-cinghiale Nago, trasformatosi in demone, si vede costretto ad ucciderlo, attirando su di se una maledizione. Poiché la maledizione si espande sempre di più, minacciando la sua stessa vita, Ashitaka, su consiglio del capo villaggio, si mette in viaggio, in compagnia del suo fedele stambecco Yakul, per cercare una cura all'anatema. Durante il suo viaggio scopre che la maledizione che aveva afflitto il dio Nago aveva avuto origine dal suo odio verso gli umani scaturito dal dolore causatogli dal proiettile di ferro che gli era stato sparato con un cannone artigianale prodotto nella Città del Ferro, in guerra contro gli spiriti della foresta per riuscire a procurarsi le risorse necessarie. Le tribù dei cinghiali, delle scimmie e dei lupi, insieme a San (la Principessa Mononoke del titolo), una ragazza cresciuta da questi ultimi, difendono la foresta. Ashitaka, durante il processo di mediazione, si innamora di San.
La setta delle tenebre è un film del 2007 scritto e diretto da Sebastian Gutierrez, con protagonista Lucy Liu.
Sadie Blake è una brillante giornalista che da tempo sta indagando su una misteriosa setta segreta di Los Angeles, che si rivelerà essere gestita da un gruppo di vampiri, ma la sua curiosità la porterà alla morte. Risvegliatasi nella sala di un obitorio, trasformata a sua volta in un vampiro, la donna, con la collaborazione di un vampiro guida e di un poliziotto, cercherà di vendicarsi delle persone responbili che sua trasformazione in un essere disumano e famelico di sangue.
La storia fantastica è un film fantasy diretto dal regista Rob Reiner. Il film è diventato un vero cult anni '80.
Jimmy (Fred Savage) è ammalato e costretto a letto, un giorno il nonno (Peter Falk del tenente Colombo) durante una visita gli legge una storia. Questa storia narra le vicende di Westley (Cary Elwes) garzone e di Bottondoro (Robin Wright Penn). I due si amano di «amore vero» come spesso definito durante le vicende tanto da superare mille disavventure con la consapevolezza di ritornare assieme. Bottondoro lascia partire Westley che va in cerca di fortuna per mare, il quale incontra il temibile pirata Roberts: dopo questo avvenimento si sparge la voce che sia morto. Bottondoro dopo una lunga resistenza accetta di maritarsi con il malvagio principe, pur non amandolo. Il principe infatti, trama contro il regno vicino e la usa come strumento per poter dichiarare guerra ai rivali. Accade però che Bottondoro viene rapita da tre improbabili briganti. Saputo questo, l'amato che nel frattempo aveva stretto amicizia con il pirata Roberts sino a vestire i suoi panni, scopre l'accaduto e corre in soccorso dell'amata. Tra molte insidie e pericoli i due innamorati riescono a ricongiungersi, Inigo Montoya, ovvero uno dei tre briganti divenuto però alleato di Westley (Mandy Patinkin) riesce a vendicare suo padre (possiamo ricordare la sua frase famosa: «Hola. Mi nombre es Inigo Montoya, tu hai ucciso mi padre...preparate a morir!.») uccidendo il Conte, il principe fallisce il proprio tentativo di sposare Bottondoro e tutti vivono felici e contenti. Anche Jimmy, all'inizio restio ad ascoltare storie di fantasia che non trattassero di sport ma di vicende romantiche da 'femminucce', si appassiona alle storie e chiede al nonno di tornare a raccontargliene un'altra.
La tigre e la neve è un film del 2005 diretto e interpretato da Roberto Benigni.
Dopo Pinocchio, Benigni torna sullo stile de La vita è bella, che gli valse tre premi Oscar, con un film sullo sfondo della guerra in Iraq. Il film è stato girato in Tunisia. All'inseguimento di un sogno a doppio volto (e con finale a sorpresa), nel vano (e concitato) tentativo di catturare l'attimo che fugge, Benigni ripercorre nella sequenza iniziale le orme dello stralunato ma innovativo professor Keating del carpe diem oraziano in un inno all'amore. Nelle scene del sogno appaiono, grazie alla computer graphic, i poeti Eugenio Montale, Jorge Luis Borges, Marguerite Yourcenar e Giuseppe Ungaretti.
Roma, marzo 2003. Attilio de Giovanni (Roberto Benigni), svagato ed estroso professore di poesia (il nome è un omaggio ad Attilio Bertolucci), divorziato e padre di due figlie, è innamorato perdutamente di Vittoria (Nicoletta Braschi), una scrittrice che gli appare in sogno tutte le notti, in una surreale celebrazione di nozze officiata ed al "suono" dei versi di celebri poeti. La corte di Attilio però non basta e l'uomo deve arrendersi all'evidenza che il suo amore non è corrisposto. Vittoria nel frattempo parte per l'Iraq per scrivere la biografia del poeta Fuad (Jean Reno), grande amico di Attilio, tornato nel suo paese natale dopo 18 anni di esilio in Francia, ma resta gravemente ferita durante l'invasione angloamericana. Attilio allora parte per salvarla: riuscito rocambolescamente ad arrivare a Baghdad riesce a trovare la donna e a curarla con mezzi di fortuna, ma proprio quando Vittoria si risveglia Attilio, scambiato per un guerrigliero, viene imprigionato dagli americani.
Le vite degli altri è un film del 2006 scritto e diretto da Florian Henckel von Donnersmarck, vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero.
Il dramma, che si confronta con la storia della DDR e indaga lo scenario culturale della Berlino Est controllata dalle spie della Stasi (Ministero per la Sicurezza dello Stato, temuto organo di sicurezza e spionaggio), è il lungometraggio di debutto del regista e sceneggiatore Florian Henckel von Donnersmarck. Il film è comparso nelle sale tedesche il 23 marzo 2006. Allo stesso tempo è stato pubblicato il copione del film dall’editore tedesco Suhrkamp.
Il film è stato insignito di numerosi premi: in Germania (Deutscher Filmpreis nel 2006, in 7 categorie su 11 nomination), in Baviera (Bayerischer Filmpreis, in 4 categorie), in Europa (European Film Awards, in 3 categorie). È il terzo film tedesco a conseguire il riconoscimento dell'Oscar al miglior film straniero, dopo Il tamburo di latta (Die Blechtrommel) (1980) e Nowhere in Africa (Nirgendwo in Afrika) (2003)...
Ladyhawke è un film di genere fantastico del 1985 diretto da Richard Donner, con protagonisti Matthew Broderick, Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer.
La vicenda si svolge in pieno medioevo in una imprecisata contea del centro Europa. Il piccolo ladro Phillipe Gaston, detto il Topo per la sua corporatura minuta, riesce a fuggire dalle prigioni del castello di Aguillon poco prima della sua esecuzione; durante la fuga dalla città rischia di venire nuovamente catturato dalle guardie del Vescovo ma in suo aiuto accorre l'ex capitano Etienne Navarre che, battendosi contro i suoi vecchi soldati, lo porta al sicuro...
Leoni per agnelli è un film del 2007 diretto da Robert Redford. È il primo film prodotto dalla nuova United Artists, associata con la Metro-Goldwyn-Mayer, della coppia Cruise/Wagner.Ernest (Michael Peña) ed Arian (Derek Luke) sono due studenti della West Coast University, che grazie al loro idealista professore Malley (Robert Redford), decidono di realizzare qualcosa di importante nella loro vita. Malley rimane turbato quando scopre della loro decisione di unirsi all'esercito degli Stati Uniti per andare in missione in Afghanistan. Mentre i due giovani combattono per la propria patria, negli Stati Uniti i destini di tre persone verranno segnati profondamente, il Dr. Malley, il senatore Jasper Irving (Tom Cruise) e la giornalista Janine Roth (Meryl Streep).
Lizzie McGuire: Da liceale a popstar è un film del 2003 diretto da Jim Fall, con Hilary Duff.Il film racconta le avventure dell'adolescente Lizzie McGuire, personaggio immaginario protagonista delle serie televisiva Lizzie McGuire, di cui sono stati trasmessi 65 episodi sul canale satellitare Disney Channel.In gita scolastica Lizzie va a Roma dove incontra Paolo, giovane popstar italiana che le fa il filo, proponendole di prendere il posto della sua partner di canto Isabella Parigi. Tra l'altro, molto le assomiglia (è la stessa attrice) e l'ha lasciato per divergenze artistiche. Sarà smascherato.
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